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TERMOTECNICA "DOMESTICA"

Saper gestire gli impianti di casa propria

f06Nel corso degli ultimi decenni l’edilizia residenziale ha ottenuto importanti progressi a livello di impiantistica. Se in passato le case erano accessoriate con sistemi molto semplici, ma a scapito di condizioni di comfort interno non proprio ottimali, le abitazioni di oggi presentano una vastità di impianti che servono a godersi al meglio il proprio domicilio: si parla di raffrescamento, ventilazione meccanica, controllo dell’umidità, domotica, comandi motorizzati, ecc. In questi casi però, può capitare di non saper gestire correttamente il tutto, creando situazioni di disagio se non danni di tipo materiale alle mura domestiche.

Un’altra problematica che affiora solo di recente è l’obbligo, per gli edifici con impianti di tipo “centralizzato”, della contabilizzazione dei consumi, e la conseguente determinazione delle spese di gestione sulla base delle letture dei dispositivi atti a rilevare i consumi (contatori di calore o frigorie, ripartitori, contatori volumetrici, ecc.). E’ chiaro che questo fa scattare un meccanismo di maggiore responsabilità da parte di chi abita: ciò che esce dalle tasche dipende non solo dall’eventuale riqualificazione impiantistica ma anche dalla bravura nel gestire l’energia domestica. 

Ecco alcuni accorgimenti da tenere a mente per minimizzare le spese impiantistiche, garantire un buon clima interno, e preservare le strutture dell’abitazione.

Temperatura ambiente invernale

In inverno si prende come valore di riferimento per la temperatura ambiente i classici 20°C. Riuscire ad imporre tale valore in tutti i locali non è sempre facile; inoltre non è detto che sia necessario mantenere questo livello termico durante tutta la giornata.

Unità con regolazione di zona: per le unità con una regolazione di zona (di solito con un termostato per tutti i locali e radiatori senza valvola termostatica) si possono stabilire dei livelli di temperatura in base ai periodi della giornata. I termostati con programmazione settimanale permettono anche di variare tali livelli a seconda dei giorni della settimana. Si consiglia di:

  • impostare a 20°C dalle 07:00 alle 08.30 e dalle 17.00 alle 20.30 (giorni lavorativi) – dalle 08.00 alle 11.00 e dalle 15.00 alle 20.30 (giorni festivi in cui si ha effettiva occupazione);
  • impostare a 17/18°C dalle 05.30 alle 07.00, dalle 15.30 alle 17.00 e dalle 20.30 alle 23.00 (giorni lavorativi) – dalle 06.00 alle 8.00, dalle 11.00 alle 15.00 e dalle 20.30 alle 23.00 (giorni festivi in cui si ha effettiva occupazione);
  • lasciare spento in tutte le ore restanti, sia per i giorni lavorativi che festivi.

Se sono previsti interventi di riqualificazione impiantistica e/o nel caso si abbiano pannelli radianti è consigliabile rendere l’impianto a portata variabile e installare valvole termostatiche sui corpi scaldanti, in modo da suddividere la regolazione locale per locale.

Unità con regolazione ambiente a radiatori e valvole termostatiche: le valvole termostatiche, montante su ciascun corpo scaldante, permettono di stabilire il valore della temperatura ambiente. In quelle di tipo tradizionale (di recente sono state introdotte sul mercato quelle elettroniche) l’impostazione della temperatura è di tipo manuale andando a ruotare una manopola con una scala numerata, in cui a ciascun numero corrisponde un certo livello termico. In questo caso risulta difficile effettuare una programmazione giornaliera o settimanale, e pertanto si consiglia di regolare le valvole su questi livelli di base:

  • soggiorno/salotto/studio: 20°C;
  • cucina: 17/18°C;
  • bagno: 20/21°C;
  • camere studio/camere bambini: 20°C;
  • camere matrimoniali: 17/18°C;
  • locali di passaggio/servizio: 18/19°C;

Se è presente un cronotermostato di zona, questo può comandare lo spegnimento dell’impianto in base ad un profilo orario che vale per tutti i locali: ad esempio dalle 23.00 fino alle 6.00 e dalle 10.30 fino alle 14.30.

Unità con regolazione ambiente a radiatori e termostati programmabili: in questo caso è bene studiare il comportamento termico di un locale al fine di impostare il giusto livello di temperatura.

  • Nei locali diurni con bassi carichi termici interni (soggiorno, salotto, sala da pranzo, studio) è possibile mantenere i 20°C nelle ore di effettiva occupazione, avere 17/18°C qualche ora prima dell’occupazione, e tenere spento negli altri periodi, in particolare di notte;
  • in cucina si raggiungono alte temperature a causa delle attività di cottura dei cibi e del calore rilasciato dal condensatore del frigorifero. Non è necessario mantenere i 20°C, si può ad esempio tenere a 18°C come livello di riferimento. La cucina non necessita di essere scaldata durante la notte e nemmeno quando l’attività di cottura rilascia così tanto calore che si è costretti a ricorrere alla ventilazione naturale (apertura di serramenti);
  • nei bagni invece è richiesta un’alta fornitura di potenza termica soprattutto nelle ore di massimo utilizzo. Al mattino e nella tarda serata (dalle 06.00 alle 7.30 e dalle 18.00 alle 19.30) è accettabile impostare sui 21°C; nel resto della giornata il locale viene mantenuto a 20°C, mentre durante le ore notturne si può attenuare a 18°C;
  • nelle camere da letto a occupazione continua (es. camera bambini, camera con studio) è corretto mantenere i 20°C soprattutto al pomeriggio (dopo le 13.00) e alla sera fino alle 22.00. Al mattino fino all’ora di pranzo si può attenuare a 18°C. Nelle camere matrimoniali si ha una bassissima occupazione, se non durante la notte: si può impostare come livello di base 18°C durante le ore diurne. Per tutte le camere da letto di notte è vivamente consigliato spegnere il riscaldamento e coprirsi bene;
  • nei locali di passaggio o di servizio (corridoi, ripostigli) non è necessario fornire apporto di calore. Qualora si trattasse di locali molto disperdenti si può impostare un set-point di 17/18°C e lasciare spento la notte.

Unità con regolazione ambiente a pannelli radianti e termostati programmabili: i pannelli radianti a pavimento stanno gradualmente sostituendo i radiatori nelle residenze di nuova costruzione. Si tratta di sistemi caratterizzati da indubbi vantaggi, ma che necessitano in primo luogo di una corretta progettazione e successivamente una buona gestione.

I pannelli radianti cedono calore al massetto cementizio, il quale si comporta come un serbatoio di accumulo che è in grado di immagazzinare l’energia termica e cederla all’ambiente per tempi prolungati, anche quando il riscaldamento è spento. E’ chiaro che questa tipologia di impianti non prevede lo spegnimento e l’accensione programmata come per i radiatori, tranne che dopo periodi prolungati di assenza (es. vacanze). Inoltre nelle case molto isolate, può capitare che la temperatura possa salire in modo incontrollato creando discomfort senza possibilità di riuscire a scendere a livelli di benessere.

Rispetto al caso dei radiatori i livelli di programmazione della temperatura per i vari locali possono essere impostati in questo modo:

  • soggiorno/salotto/studio: 20°C ore diurne, 18°C di notte;
  • cucina: 18°C ore diurne, 17°C di notte;
  • bagno: 20°C nelle ore di maggior utilizzo, attenuare a 18/19°C durante la notte e le altre ore del giorno;
  • camere studio/camere bambini: 20°C ore diurne, 17°C di notte;
  • camere matrimoniali: 18°C ore diurne, 16/17°C di notte;
  • locali di passaggio/servizio: 18°C ore diurne, 17°C di notte.

Alcune indicazioni: la posizione dei dispositivi che contengono una sonda di temperatura (valvole termostatiche o termostati) deve essere tale da non ricevere false informazioni: quindi non devono trovarsi in corrispondenza di fonti di calore (es. piano di cottura o forno), correnti d’aria, irraggiamento solare e non devono essere coperte da tendaggi, mobili, griglie e davanzali.

Temperatura ambiente estiva

Sono sempre più numerose le unità residenziali che vengono raffrescate anche d’estate. Relativamente alle nuove costruzioni, l’impianto è già fornito a cantiere finito, mentre per gli edifici più datati i sistemi vengono installati a posteriori dai proprietari. Il raffrescamento delle abitazioni viene effettuato sostanzialmente con due tipologie di terminali: pannelli radianti a pavimento e ventilconvettori ad acqua o a espansione diretta.

I ventilconvettori assicurano un buon controllo della temperatura e provvedono alla deumidificazione dell’aria (occorre installare una rete di scarico della condensa); è possibile dunque impostare la temperatura voluta per garantire refrigerio al locale o alla zona servita dal terminale. E’ ovvio che più è bassa la temperatura, più è alto il consumo d’energia elettrica; in una casa, valori accettabili ai fini del contenimento dei consumi vanno dai 22°C ai 28°C, e devono essere selezionati in relazione alle condizioni termiche esterne. Infatti gradienti di temperatura elevati (es. esterno a 35°C e interno a 22°C) possono ripercuotersi negativamente sulla salute. Inoltre quello che concorre a creare sensazione di benessere è l’umidità relativa, che, se mantenuta su determinati valori, garantisce comfort ottimale.

I pannelli radianti invece hanno due limiti: non possono deumidificare (altrimenti la condensa si formerebbe sul pavimento) e la loro resa è molto inferiore rispetto al caso invernale (di norma il radiante viene dimensionato sul riscaldamento: d’estate si fa una verifica di ciò che ogni circuito può asportare nelle condizioni operative). E’ stato detto in precedenza che spesso un buon comfort interno è dato più dal controllo dell’umidità relativa che della temperatura: pertanto non è necessario installare dei terminali di integrazione, ma è sufficiente avviare l’impianto per dare un moderato raffrescamento. Quello che invece è vivamente consigliato è abbinare un buon sistema di deumidificazione dell’aria.

Per i locali residenziali si possono assumere i seguenti valori:

  • soggiorno/salotto/studio: mantenere rispetto all’esterno un gradiente di circa 5°C;
  • cucina: si consiglia di non raffrescare le cucine;
  • camere studio/camere bambini: mantenere un gradiente di 5°C oppure 6°C se sono presenti apparecchiature che rilasciano calore con continuità;
  • camere matrimoniali: valutare il carico termico diurno che interessa l’ambiente. Le camere orientate a nord e ad est in teoria non necessitano di raffrescamento. Invece per i locali con esposizione sud e ovest si può impostare anche in questo caso un differenziale di temperatura di 5°C in particolare nelle ore pomeridiane;
  • locali di passaggio/servizio: mantenere un gradiente di 5°C se esposti all’irraggiamento diretto, altrimenti non occorre raffrescare.

Inoltre si tenga in considerazione che:

  • utilizzare con criterio i sistemi di oscuramento (imposte, tapparelle, veneziane, ecc.) dei serramenti comporta una riduzione sensibile del carico termico, in particolare quello solare;
  • di notte è ottima abitudine tenere il raffrescamento spento e le finestre aperte creando, se possibile, piccole correnti d’aria e sfruttando i momenti in cui la temperatura esterna è minima (questo accade soprattutto dalle 3.00 di notte fino alle 7.00 circa);
  • d’estate in cucina è preferibile ridurre al minimo l’uso del forno e dei fornelli. Se possibile, cucinare nelle ore mattutine, sfruttando la ventilazione naturale, dato che l’aria esterna è ancora “fresca”;
  • le lampade a LED riducono drasticamente il carico termico dovuto ai corpi illuminanti (oltre a consumare poco rispetto ai sistemi tradizionali);

Umidità e ventilazione

Il controllo dell’umidità è un fattore che spesso viene trascurato nella gestione domestica del clima, ma in realtà concorre fortemente sia a determinare benessere interno che a salvaguardare le strutture. Questo perché in una residenza l’umidità è un parametro molto sensibile e dipende da una serie di attività che contribuiscono ad aumentare la quantità di vapore acqueo presente nell’aria. Si ricorda ad esempio:

  • la cottura dei cibi;
  • il lavaggio delle stoviglie;
  • il lavaggio della biancheria;
  • l’asciugatura della biancheria;
  • uso dell’acqua calda per pulizia personale;
  • l’attività degli occupanti;
  • la respirazione degli occupanti;
  • la respirazione degli animali domestici e delle piante;
  • utilizzo di apparecchiature che generano vapore (es. ferro da stiro o acquario).

Un mancato controllo di questo vapore acqueo può portare ad un aumento dell’umidità relativa e di conseguenza a due tipi di problematiche:

  • clima umido dentro casa (discomfort e problemi di salute)
  • condensa sulle strutture (vetri e pareti) e creazione di muffe nel periodo invernale

Sicuramente la ventilazione è un parametro che è legato al controllo dell’umidità. D’inverno, l’ingresso di aria esterna contribuisce molto a mantenere un livello di umidità relativa accettabile perché il contenuto di vapore acqueo in questo periodo dell’anno è molto basso. E’ quindi importante provvedere con frequenza ad un ricambio dell’aria tenendo aperti i serramenti. Se in casa è presente un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC), non serve aprire i serramenti perché un ventilatore immette l’aria esterna negli ambienti attraverso bocchette e diffusori.

D’estate, al contrario, il contenuto di vapore dell’aria esterna è molto alto e quindi è consigliabile dotarsi di un impianto di deumidificazione che possa mantenere l’umidità relativa su valori che vanno dal 50% al 55%, e comunque non oltre il 60%.

Consigli per un corretto controllo dell’umidità:

  • se non si possiede un’asciugatrice elettrica, stendere la biancheria sempre all’aperto; in caso di maltempo si può porre il bucato in una stanza dotata di deumidificatore oppure con ventilazione (naturale o meccanica) continua;
  • durante la cottura dei cibi o l’apertura della lavastoviglie assicurarsi sempre un certo tipo di ventilazione (naturale, meccanica o ibrida) e limitare, con la chiusura delle porte, la migrazione del vapore verso le altre stanze, soprattutto la zona notte;
  • quando ci si lava assicurare la presenza della ventilazione (naturale o meccanica) e chiudere la porta del bagno per impedire che il vapore si trasferisca nei locali adiacenti; è buona abitudine lavarsi con acqua a temperatura non troppo alta e in tempi relativamente brevi;
  • arieggiare le stanze da letto prima di andare a dormire e subito alzati;
  • in generale, nei locali dove è presente la sola ventilazione naturale, aprire le finestre quando gli impianti sono spenti o attenuano.

La ventilazione, inoltre, non solo consente di gestire al meglio l’umidità, ma garantisce una qualità accettabile dell’aria interna che spesso si carica di numerose sostanze inquinanti dovute alle attività degli occupanti, ai componenti di arredo e ai componenti strutturali. Tra queste ricordiamo il radon, i composti organici volatili, l’anidride carbonica, il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto, gli inquinanti biologici, il fumo di tabacco.

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