I CONDOMINI DI NUOVA COSTRUZIONE-PARTE 1

FOCUS – I CONDOMINI DI NUOVA COSTRUZIONE

 

PARTE 1 – Luglio 2018 – RISCALDAMENTO: QUALE SISTEMA E’ IL MIGLIORE?

I condomini di nuova costruzione sono edifici molto performanti, anche grazie ai regolamenti normativi e legislativi nazionali o locali che permettono di ottenere prestazioni elevate in termini di risparmio energetico ed emissioni inquinanti.

Infatti l’ottimo isolamento dell’involucro, unito a impianti di generazione efficienti e sostenibili, fanno sì che il condominio di oggi è lontano parente di quelli costruiti fino allo scorso decennio (ossia prima dell’entrata in vigore del D.lgs 192/2005).

Nel caso delle vecchie strutture residenziali, gli impianti di riscaldamento erano dimensionati per contrastare soprattutto la forte dispersione di calore verso l’involucro scarsamente o per nulla isolato e le perdite per infiltrazione attraverso i serramenti o i cassonetti degli avvolgibili. La tipologia più diffusa era il radiatore in ghisa o acciaio alimentato ad alta temperatura; in alcuni immobili (soprattutto degli anni ‘50 e ‘60) si trovano anche corpi scaldanti convettivi quali aerotermi a controsoffitto o termoconvettori.

Nei nuovi condomini invece da alcuni anni la tendenza di chi costruisce è stata quella di passare dal radiatore al pavimento radiante.

Cosa ha contribuito al successo del pavimento radiante nel residenziale?

Si possono elencare i seguenti vantaggi:

-          Libertà di arredo grazie all’assenza di corpi scaldanti sulle pareti o sottofinestra.

-          Sensazione di pavimento tiepido sotto i piedi (in particolare nei bagni e nelle camere).

-          Distribuzione uniforme della temperatura in ambiente e dunque una maggiore sensazione di comfort.

-          Scambio termico prevalente per irraggiamento, anch’esso sintomo di maggiore benessere termico.

-          Assenza di sporcamento delle pareti, tipico dei vecchi impianti a radiatori con il caratteristico pennacchio nero dietro il terminale.

In più c’è da sottolineare che grazie all’involucro fortemente isolato, non sono necessarie alte rese del sistema, per cui è sufficiente alimentare i circuiti a basse temperature per ottenere rese tali da creare il comfort di cui l’occupante ha bisogno. Ad esempio, con acqua a 35°C si possono avere i 20°C ambiente con rese minori di 50 W/mq, mentre in un edificio disperdente occorre una resa tra 80-90 W/mq con acqua superiore ai 45°C.

Dati gli indubbi vantaggi del sistema radiante a pavimento, altre tipologie di impianto sono da escludere?

Nello specifico, i radiatori, si possono definire obsoleti per un nuovo condominio?

Sicuramente un impianto a radiatori di tipo tradizionale non è più accettato in edifici energeticamente performanti, per cui occorre cambiare l’approccio progettuale per questo tipo di terminali.

Innanzitutto, dato che si parla di basse temperature per i pannelli radianti, è possibile applicarle anche ai radiatori (anche se con valori diversi). Un impianto tradizionale viene alimentato con acqua a 70/80°C e salto termico di 10/15°C. I radiatori serviti da caldaie a condensazione possono avere temperature di mandata di 60/55°C e quindi ritorni di 50/45°C che permettono di sfruttare il fenomeno della condensazione.

Tutti i radiatori possono essere alimentati a bassa temperatura?

Non tutti, solo quelli che consentono di ottenere il grosso dello scambio termico per irraggiamento piuttosto che per convezione. Dei tre materiali utilizzati, ossia ghisa, acciaio e alluminio, la ghisa è la più indicata per le basse temperature, mentre l’alluminio è da abbinare alle alte temperature. Dato che però la ghisa non viene più commercializzata come in passato, per gli impianti a bassa temperatura si utilizzano i radiatori in acciaio, che possono essere i classici tubolari a colonne oppure graziosi radiatori di arredo proposti dai più importanti produttori.

Si nota quindi come il nuovo approccio nella progettazione degli impianti a radiatori è tale per cui il paragone con il pavimento radiante mette in risalto molte analogie, ad esempio:

-          Scambio termico prevalente per irraggiamento.

-          Alimentazione a bassa temperatura (anche se con valori diversi tra i due sistemi).

-          Con le basse temperature non si ottiene il fenomeno dello sporcamento dietro il radiatore, poiché questo succede proprio quando il corpo scaldante è alimentato con acqua molto calda.

-          La regolazione della temperatura può essere in entrambi i casi moderna e flessibile: nel caso dei radiatori esistono in commercio soluzioni interessanti come le valvole termostatiche elettroniche programmabili.

A questo punto ci si pone un quesito interessante.

Quando è più conveniente il radiatore invece che il pavimento radiante e viceversa?

Il radiatore ha la caratteristica rispetto al pavimento radiante di avere una bassa inerzia termica: se si accende l’impianto, va in temperatura in poco tempo; se si spegne si raffredda subito. Questo può essere un vantaggio se l’edificio è composto da unità immobiliari dove gli utenti sono soliti occuparle saltuariamente durante la giornata. Al contrario, il pavimento radiante è ideale per quelle strutture ad occupazione quasi continuativa (es. residenze per anziani). Occorre però informare, che anche nel caso del riscaldamento a pavimento, i maggiori produttori hanno realizzato sistemi a basso spessore che riducono di molto l'inerzia termica rispetto a quelli classici annegati nel massetto.

Il radiatore a bassa temperatura è solitamente ben esposto nei confronti degli occupanti (facendo attenzione a non metterli dietro le porte o coprirli con tende e copricaloriferi), per cui scambia energia per irraggiamento con efficacia. Anche il pavimento radiante funziona in modo analogo, ma se gli ambienti sono fortemente arredati (es. cucine, letti, armadi, tavoli, tappeti, ecc.) si ha il problema che l’impianto non “vede” i corpi da irraggiare e dunque non emette energia. Per questo motivo i radiatori sono più adatti in unità immobiliari di piccole dimensioni dove il grosso dello spazio è occupato dagli arredi, mentre il radiante a pavimento si sposa bene con appartamenti di grosse dimensioni con ampi saloni tipo open-space, ed ovviamente case di tipo mono o bi-familiare.

Inoltre c’è da tenere conto anche della questione costi. Si dice che il radiatore costi di meno del pannello radiante, ma spesso capita che a conti fatti la differenza non sia così evidente, anche perché quello che incide è la qualità del corpo scaldante e la tipologia della regolazione. Un impianto classico con terminali tubolari e valvole manuali è sicuramente conveniente. Ma un sistema con radiatori di arredo e valvole termostatiche elettroniche non potrà definirsi così “economico” rispetto a un moderno sistema radiante.

Infine rimane la questione raffrescamento che gioca a favore del pavimento dato che il radiatore non raffresca. Sul discorso raffrescamento in ambito residenziale si rimanda alle prossime puntate.

Ma esistono altri sistemi di riscaldamento efficaci nei condomini residenziali?

Escludendo i terminali a convezione naturale (es. radiatori in alluminio, termoconvettori) o forzata (aerotermi, ventilconvettori) che ormai si possono considerare come appartenenti al passato, esiste un sistema che offre innumerevoli vantaggi e che coniuga il meglio dei due che sono stati descritti sopra.

Si tratta del soffitto radiante, che attualmente non risente ancora di una certa fama ma che comincia ad affermarsi nelle nuove costruzioni di alta qualità.

Tra le due tipologie di soffitto radiante prevalenti in commercio (a cartongesso e metallico), il cartongesso è più adatto all’ambiente domestico, mentre il metallico trova la sua naturale collocazione nel settore terziario.

Si è detto che il soffitto radiante unisce gli aspetti positivi del radiatore e del pannello a pavimento. Di fatti si può dire che:

-          E’ un sistema che viene alimentato a bassa temperatura (come il pavimento, quindi tra i 35 e i 40°C).

-          Nessuna presenza di terminali in ambiente.

-          Uniformità di temperatura.

-          Bassa inerzia termica.

-          Essendo il soffitto poco arredato (se non eventualmente da armadi a tutt’altezza), è un impianto che “vede” bene gli occupanti e dunque questi sono costantemente irraggiati.

-          E’ possibile raffrescare (ma non deumidificare) con rese nettamente maggiori rispetto al pavimento (in media tre volte tanto).

Unici svantaggi: i costi e il fatto che in ambienti alti e stretti (es. corridoi) lo scambio sia meno efficace rispetto a locali con rapporto superficie/altezza elevato (es. soggiorni o camere da letto). Per ovviare a tale problema è possibile anche realizzare impianti “misti” a soffitto e pavimento, installando quest’ultimo nei disimpegni e nei ripostigli, nonché nei bagni per continuare a garantire la sensazione di caldo sotto i piedi che tanto piace agli utenti.

Alla prossima puntata!

Se sei interessato ad approfondire una tematica, devi costruire casa o sei un immobiliare costruttore, puoi tranquillamente contattarmi via e-mail all’indirizzo indicato alla pagina “Contatti”.

Lo Studio B+N è specializzato nella progettazione di condomini di nuova costruzione o da ristrutturare, occupandosi tanto dell’involucro (con possibilità di certificazione nazionale o Casaclima) quanto degli impianti (climatizzazione, idrosanitario, antincendio, regolazione).

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